Gli occhi di Isabel

Incontro Isabel quasi tutti i giorni. Lei ha sempre le mani impegnate e le buste, che porta con fatica, non sembrano essere affatto leggere. Io continuo ad offrile il mio aiuto nonostante lei continui a rifiutarlo. Non saprei dire esattamente quanti anni abbia (vorrei tanto chiederglielo, ma non si chiede l’età ad una donna e non vorrei sembrarle scortese), ma azzarderei almeno ottanta. Sul pianerottolo del condominio nel quale viviamo situato su una delle strade principali di Lisbona, io e Isabel, parliamo di tutto. E parliamo davvero tanto. Riesco quasi sempre a seguirla nonostante i suoi voli pindarici, i suoi salti temporali e le sue commistioni linguistiche. Il suo argomento preferito è il cinema e in particolare il cinema italiano. Il fatto che io provenga da un paese che l’affascina così tanto mi rende “speciale” ai suoi occhi (vorrei tanto sapesse quanto speciale è lei per me) e spesso, quando non ci incontriamo per sbaglio, lei viene a bussarmi.

Esattamente come è successo ieri sera. Apro la porta e me la trovo davanti con la sua piccola gobba, il suo vestito a fiori sbiadito e le solite due buste della spesa. “My dear, I’m looking for you”, mi dice. Io sorrido e l’abbraccio. “I made a big mistake yesterday, and I want to apologize with you” (vi assicuro che il suo inglese è davvero perfetto, nonostante lei sia portoghese). Io la guardo incredula. Cosa mai avrà potuto dire di così grave, tanto da volersi scusare? penso.

Inizia a parlare di Anna Magnani e del fatto che lavorasse spesso con Roberto Rossellini e non con Federico Fellini (come mi aveva detto la sera prima). Io le sorrido provando a spiegarle che non c’è nulla di cui scusarsi e che questi errori possono capitare. Ma lei ribatte, quasi offesa. “No.” Mi dice. Sono un’appassionata di cinema, non posso sbagliare su questo. A quel punto mi arrendo e le lascio la possibilità di scusarsi e di parlarmi di Fellini, Rossellini, Anna Magnani e Dio solo sa quanti altri attori e registi ha nominato (mi sentivo davvero ignorante mentre l’ascoltavo).

Poi si ferma, guarda l’orologio e si scusa nuovamente, ma questa volta per l’orario e per il disturbo. Fa per andare via, ma sentivo che c’era ancora qualcosa che voleva dirmi così non chiudo la porta e l’aspetto mentre sale le ultime scale. All’improvviso Isabel si gira e mi dice “Do you know Cinema Paradiso”? “Of Course”, le rispondo, “Of Course”. Con gli occhi che mi si erano riempiti di lacrime guardando i suoi occhi brillare.

E nulla più. Sono solo riuscita a dirle “knock on my door whenever you want” e lei a rispondere sorridendomi, “Bonne nuit, oh no sorry my dear, Buona notte” e io, “Boa Noite Isabel”.

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