Certosa e Sotterranei: l’esplosione del barocco e la timidezza del gotico


Spesso cammino con il naso all’insù.

La Certosa di San Martino l’ho sempre ammirata dal basso verso l’altro durante le mie lunghe passeggiate che da piazza del Plebiscito mi portavano sul lungomare.

Mi si è illuminato il volto quando i ragazzi di Sii Turista mi hanno comunicato che, proprio lì, avrebbero organizzato una particolare visita guidata.

imageAppuntamento a Largo San Martino, in una delle piazze da cui si ha la più bella e completa vista sull’intera città di Napoli. Io non c’ero mai stata e, confesso, per me la gita poteva anche già finire lì.

A fare da apripista ad una giornata che si preannunciava particolare e ricca di sorprese, Salvatore Di Maio, che, leggendo a gran voce le poesie di De Filippo e Viviani ci ha ricordato la bellezza dei suoni e dei colori della lingua napoletana.

E poi via, nei Sotterranei Gotici.

Che poi sotterranei non sono. Si tratta, infatti, delle fondamenta del convento dei certosini.

imageEravamo circondati dal tufo, dalle volte a crociera e da ciò che resta delle opere che, in origine, appartenevano ai palazzi delle famiglie nobiliari più importanti della città partenopea.

All’ingresso, due statue di Giuseppe Sanmartino (scultore del celebre Cristo Velato) e, dopo qualche metro, l’allegorica, famosa, e soprattutto originale, fontana della Spinacorona, detta “delle zizze”.

imageIl percorso museale allestito nei “sotterranei” è molto suggestivo e ricco di reperti.

Camminavamo lentamente e ascoltavamo in religioso silenzio Manuela Altruda che, con grande professionalità, raccontava le storie e gli aneddoti legati a quel luogo.

Dai resti medievali, alle incisioni sui muri risalenti al periodo bellico (essendo questo un posto in cui ci si poteva rifugiare dai bombardamenti analogamente a quanto avveniva nella Napoli sotterranea).

Tracce visibili di lunghi periodi storici che, nonostante tutto, ancora oggi restano vivi e palpabili.

imagePrima di passare alla Certosa vera e propria abbiamo fatto una piccola tappa sulla terrazza.

Il cielo era limpidissimo e ci si poteva incantare a guardare l’intero golfo di Napoli.

Riuscivo a sentire il profumo del mare e della leggera brezza che mi accarezzava i capelli senza scomporli. Tutto così bello e perfetto da sentirsi male.

imageSenza foschia né nuvoloni sono riuscita a spingere lo sguardo quasi oltre l’orizzonte, lasciandomi ammaliare dal Vesuvio, che, da lontano, governa sulla città imponete e cosciente di essere l’ottava meraviglia del mondo.

Siamo rimasti lì il tempo necessario per godere del panorama e ascoltare i SoulPalco che, con il loro repertorio folkloristico, hanno fatto vibrare le corde vocali e i cuori.

Il ritmo della musica incalzante mi ha portato via con se e, dopo poche canzoni, ho iniziato a ballare.

Perché non ci si dovrebbe mai trattenere al suono di un tamburello e perché, senza vergogna, dovremmo imparare un po’ tutti, di tanto in tanto, a ritornare bambini, senza troppe costruzioni, e lasciarci andare.

imageFinito il repertorio musicale abbiamo ripreso il nostro percorso passando dall’androne delle carrozze al chiostro dei Procuratori (dal nome degli amministratori della comunità certosina) arrivando poi nella monumentale chiesa.

Varcata la porta d’ingresso ci si trova davanti alla preziosità e alla ricercatezza della massima espressione del barocco.

Una climax ascendente di luce e bellezza che trascina lo sguardo in un vortice in cui ci si perde e ci si confonde.

imageCircondata da marmi preziosi e rari lapislazzuli ho lasciato che, i miei occhi, si innamorassero della raffinatezza dei materiali e della cura per i particolari.

Tutto quello che stavo vedendo andava ben oltre qualsiasi tipo di previsione e non potevo far altro che gettare le armi e arrendermi davanti a tutta quella bellezza.

In poche ore, Certosa di San Martino e Sotterranei: l’esplosione del barocco e la timidezza del gotico stretti in un abbraccio silenzioso che attraversa i secoli.

Bandiera bianca e un grande chapeau.

Durante l’ultima mezz’ora mi sentivo confusa e felice, non facevo altro che continuare a meravigliarmi e ad avere il naso all’insù, ma, questa volta, per ringraziare il cielo per la splendida giornata.

D’altronde si sa, il sole bacia i belli ma soprattutto chi fa della domenica un’eterna gita.

Una piccolissima postilla prima di passare ai consigli: sento davvero di dover ringraziare di cuore i ragazzi di Sii Turista senza i quali la visita non sarebbe stata così suggestiva. Il luogo merita, ma la percezione del luogo che si ha quando tutto è organizzato nei minimi dettagli e nulla è lasciato al caso, beh, quella è tutta un’altra storia.

Consigli utili:

  • Seguite la pagina fb Sii Turista Della Tua Città per restare sempre informati su tutte le splendide attività che questi ragazzi hanno da proporre. E vi assicuro che sono davvero tante (al di là delle visite guidate).
  • Informatevi bene prima di avviarvi alla Certosa sugli orari di apertura perché sono molto variabili. I sotterranei Gotoci, infatti, non sono sempre visitabili.
  • Il parcheggio in quella zona è un po’ complicato da trovare e quelli privati sono molto onerosi. Consiglio di partire la domenica mattina presto. Magari siete fortunati, come me, e riuscite a trovarlo lungo la strada.

 Budget totale: 15 € (Compreso di benzina autostrada e costo della visita).

Precedente Frascati: piccola perla dei Castelli Romani Successivo Dal lago al mare. In giro per i Campi Flegrei