I luoghi del reame sotto il cielo di Napoli

Nonostante avessi ammirato mille volte la grandezza e la maestosità del Castel Nuovo, domenica 31 gennaio, ho deciso di tornarci e, approfittando dell’apertura straordinaria e gratuita, di visitare dall’interno quest’imponente Castello medievale.

Castel NuovoCostruito nel 1279 per volere di Carlo I d’Angiò (che ne fece la sua residenza) venne chiamato, fin dall’inizio, Castrum Novum” per distinguerlo da quelli più antichi in città: quello dell’Ovo e il Capuano.

La storia partenopea vide l’avvicendarsi, nel corso del tempo, di sovrani appartenenti a diverse casate che, governando sulla città di Napoli, apportarono alla struttura diversi interventi. A partire dal 1442, infatti, quando la corona passò agli Aragonesi, il Castello perse la sua funzione residenziale: venne ampliato e fortificato, fu aggiunta la quinta torre e un arco trionfale in marmo bianco che rappresentava l’ingresso di Alfonso I nella città e che oggi che possiamo ammirare sulla porta d’ingresso.

È stato emozionante attraversarla e pensare che, nel vasto cortile interno che ci si trova davanti, un tempo, vi passeggiavano Boccaccio e Petrarca.

TorriDell’intero complesso ho potuto visitare la Sala dell’Armeria, la Sala della Loggia con vista sugli arsenali e la sala dei Baroni (chiamata così perché, nel 1486, Ferrante I d’Aragona vi riunì tutti i Baroni che avevano partecipato ad una congiura contro di lui per arrestarli in massa).

Non poter entrare, però, nella cappella Palatina affrescata da Giotto, perché quel giorno chiusa al pubblico, mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca ed è per questo che, appena uscita dal Castello, sono corsa ai ripari mangiando una deliziosa, sublime sfogliatella.

cappella palatinaUna struttura così imponente e maestosa, nonostante sia cambiata molto nel corso dei secoli e nonostante siano cambiate le sue funzioni, riesce, ancora oggi, a sprigionare tutta la sua forza e a imporsi sull’intera città. Con le sue cinque torri, il fossato tutt’intorno e il ponte, un tempo, levatoio, il Maschio Angioino, trasuda continuamente bellezza, fascino, storia e mistero.

E non è un caso che a pochi passi da questo maestoso castello fortificato, nel 1600, i Viceré spagnoli, decisero di costruire la loro residenza reale, seconda e ultima tappa della mia mattinata napoletana.

palazzo realeDal Castello, al Palazzo Reale. Geograficamente così vicini, l’uno all’altro, i due luoghi rappresentano l’espressione del potere su Napoli nel corso dei secoli.

Grazie ad un luminoso scalone rivestito di marmi e stucchi, estremamente d’impatto, si può accedere al museo degli Appartamenti storici.

scalone in marmo Tutta quell’esplosione di ricchezza di particolari sita nelle statue, negli arazzi, nei dipinti, incastonata nei soffitti, nascosta nelle cornici, nelle decorazioni delle porte e degli specchi, quasi mi disorientava.

salone della regina(Salone della Regina)

ninfa alata(Ninfa Alata, 1841)

In quell’enormità di bellezza, ricchezza e arte, impressa in tutte le stanze visitate, nelle decorazioni e nella cura dei particolari, la mia attenzione è stata catturata da un oggetto appoggiato su di un mobile di legno: l’orologio a globo retto da Atlante.

orologio a globoFabbricato in Francia da Jacques-Augustin Thuret, è uno dei pezzi più antichi e preziosi tra gli orologi esposti a Palazzo Reale. I meccanismi di questo pregiato oggetto sono contenuti all’interno del globo e le ore sono indicate dal raggio lungo del sole sulla fascia equatoriale smaltata. Atlante, condannato da Zeus a portare sulle spalle la volta celeste, è rappresentato nel momento di assestamento.

Dopo averlo fissato a lungo, ho immaginato che stesse lì a ricordare, a chi un tempo in quegli appartamenti ci viveva davvero, le enormi responsabilità che un sovrano porta sulle spalle nei confronti del suo popolo.

Ma stavo solo fantasticando, come sempre.

Consigli utili:

  1. Usciti dal Palazzo reale vi troverete davanti la Piazza più famosa di Napoli, godetevela in tutto il suo splendore.
  2. Sotto il porticato di Piazza Plebiscito, c’è la straordinaria Basilica reale pontificia di San Francesco di Paola. Prendetevi cinque minuti e visitatela. Ne varrà la pena.
  3. Il Maschio Angioino è aperto dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 19.00 e il costo del biglietto intero è di 6 euro. Vi suggerisco però, soprattutto se siete della zona, di seguire tutti gli aggiornamenti della pagina fb “Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli” e approfittare delle aperture straordinarie e gratuite.

Budget totale: 10 euro (compreso di benzina e autostrada divisa in due, costo del biglietto d’ingresso del Palazzo Reale e sfogliatella Napoletana).

 

 

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